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È trascorso poco più di un decennio dalla rovinosa conclusione del secondo conflitto mondiale. L'Italia si rimbocca le maniche. Bisogna andare avanti! È l'anelito espresso dalle nuove generazioni che guardano a un futuro di progresso. I giovani fuggono dalle campagne. Il bracciante aspira a diventare operaio. Si apre la stagione dei padroncini. Improvvisate officine trovano spazio perfino in vecchie stalle abbandonate. È tempo di miracolo economico. Ma ancora non spunta l'alba della democrazia. La stampa, infeudata dalle organizzazioni padronali, non favorisce la maturazione dell'opinione pubblica. Ma accade qualcosa di eccezionale, un evento destinato a segnare una svolta nella storia politica del Paese. Il 21 aprile 1956, con la potenza di un ciclone, compare in edicola un nuovo quotidiano, Il Giorno. Si tratta indubbiamente, di un avvenimento importante nell'ambito dell'editoria giornalistica. Introduce una formula grafica d'avanguardia mutuata dall'esperienza anglosassone, innova profondamente nei contenuti, superando gli schemi arcaici dei giornali nazionali. Tuttavia, Il Giorno è qualcosa di più. Va ben oltre. Con le sue inchieste che investono ogni settore della vita pubblica, scuote e risveglia la società civile, finalmente destata da un lungo, profondo, sonno. È una storia che si snoda in mezzo secolo. Con luci ed ombre descritte in questo libro-dossier.